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giovedì 31 luglio 2008

Approccio alla “Sociologia della Comunicazione”

La radiofonia è la trasmissione e la ricezione a distanza di contenuti sonori che avvengono per mezzo di onde radio. Nei primi decenni l’invenzione venne distinta in radiotelefonia, la comunicazione sonora (tipicamente vocale) tra due o più persone, e in radioaudizione circolare, la diffusione di contenuti sonori alle masse che possono essere, una ripresa dal reale oppure una creazione, o anche una combinazione delle due. La radioaudizione circolare è stata quindi il primo sistema di diffusione del mezzo di comunicazione di massa più diffuso che oggi chiamiamo semplicemente radio, seguito, in ordine di tempo, dalla filodiffusione, dalla rete Internet, dalla televisione digitale via cavo, dalla radio e televisione digitale satellitare e dalla televisione digitale terrestre; domani, forse, anche della radio digitale terrestre. Per questo oggi rimane l'uso dell'aggettivo "radiofonico" per esprimere attinenza con la radio intesa come mezzo di comunicazione di massa anche se tale mezzo oggi non è più diffuso solo attraverso le onde radio. Radio libera è una espressione italiana indicante le emittenti radiofoniche nate dopo la liberalizzazione dell’etere del 1976. Non esisteva ancora Internet, quindi, aprire una radio libera o collaborare a una di esse per i giovani era uno dei pochi mezzi a loro disposizione per comunicare.
Oggi esistono i cosiddetti nuovi media (tutte le memorie ottiche come videodischi, CD-Rom, CD; la televisione digitale interattiva pay-per-view) che sono quei mezzi di comunicazione di massa sviluppatisi posteriormente alla nascita dell'informatica, che vivono in correlazione con essa integrando i media tradizionali e la loro principale peculiarità è l’interattività. Ma la frontiera è il nuovissimo many-to-many (molti a molti), dove attraverso la Rete e delle applicazioni specifiche, la comunicazione digitale permetterà una simultaneità intercognitiva delle esperienze collettive di tutti coloro che aderiranno a questa piattaforma.
Per messaggio s'intende il testo di una comunicazione che viene diretta da un emittente a un destinatario. Può essere scritto, cartaceo o telematico (lettera, telegramma, telefax, E-mail, SMS, MMS, Post), o vocale che, parlando al telefono, al microfono, viene ricevuto da un telefono, una segreteria telefonica oppure dalla radio. Quindi tutti i messaggi vengono veicolati da un canale, che varia a seconda del tipo di messaggio (i più comuni: la posta, i server di posta elettronica, i servizi di telefonia fissa o mobile, il telegrafo, l’etere). Il messaggio viene elaborato secondo una lingua o codice che deve essere noto al destinatario. Al messaggio segue la ricezione o risposta (feedback), tramite dispositivi automatici che cambiano a seconda del vettore usato.
Tutta questa premessa serve per parlare della sociologia della comunicazione, branca della sociologia che studia nel dettaglio le implicazioni socio-culturali che nascono dalla mediazione simbolica, con particolare riguardo all'uso dei mezzi di comunicazione di massa. Essa studia dunque la radio, il cinema, la televisione, la stampa e, più recentemente, appunto i nuovi media. Studiare i mezzi di comunicazione significa esaminare come lo stesso messaggio mediatico abbia, a seconda del contesto culturale, economico e sociale in cui viene ricevuto, conseguenze differenti sui gruppi sociali, come sui singoli individui che ne fanno parte. In altre parole si analizzano i modi in cui il messaggio è trasmesso, le tecniche per una corretta comunicazione, le conseguenze della loro fruizione, nonché le modalità per riconoscere quando la comunicazione non è corretta.
Per chi volesse approfondire la tematica, consigliamo di leggere i classici della sociologia della comunicazione, e i manuali redatti dagli autori: Anthony Gitlin; Erving Goffman; Alfred Schütz; John Baptist Thompson.
Salvo Rallo