Tra i programmi in onda su Radio Studio Centro – Consorzio Radiofonico Siciliano vi è “Domenica Cultura”, una trasmissione realizzata dai servizi speciali della Radio e della Due Erre Italia divisione Media. “Domenica Cultura” è un contenitore all’interno del quale vi sono spazi dedicati all’informazione, all’approfondimento su temi di cultura, attualità, politica, costume, società e anche di musica. Gli interventi vengono settimanalmente realizzati dalla redazione giornalistica dell’Emittente e da soggetti esterni. Tra le rubriche più seguite del programma vi è quella dedicata ai libri. Recentemente, abbiamo avuto il piacere di recensire un libro che parla di radio libere, dal titolo “Via Etere” Radio libera, idea di libertà, di Paolo Lunghi. Oggi sul nostro Blog vogliamo pubblicarne il testo integrale, per dare l’opportunità ai nostri appassionati lettori di “saperne di più”...
Ben trovati, oggi parleremo del libro di Paolo Lunghi “Via Etere” Radio libera, idea di libertà. Edito da Ibiskos Ulivieri - Il Frangipane - un libro dedicato…a quei noti ignoti degli anni '70 e ai 30 anni delle radio libere. Un libro affascinante e che ci tocca da vicino, perché molti di noi, hanno iniziato la propria esperienza radiofonica trent’anni fa, nel lontano 1977. Il libro è una sorta di radiocronaca della radio, che mette insieme aspetti socioculturali e socioeconomici di un cambiamento di costume e di vita nella nostra Italia.
Partendo da una tra le centinaia di piccole radio libere che sono sorte su e giù per l'Italia negli anni settanta, Paolo Lunghi traccia la storia non solo di un'emittente, Radio Empoli, ma di una piccola rivoluzione culturale. Così inizia la sua prefazione al libro l’On. Tana De Zulueta. Quella delle radio libere fu un sommovimento sociale di cui gli stessi protagonisti non erano del tutto coscienti. Erano partiti, come narra il libro, per divertirsi, per trovare nuovi modi di comunicare, e hanno cambiato il mondo!
L'esperienza diretta di Paolo Lunghi era dunque il modo migliore per raccontare... dei conduttori che erano assolutamente privi di esperienza, ma qualche idea, come scrive lo stesso Autore, ce l'avevano. Della nascita di nuovi modi di fare politica, di nuove esperienze giornalistiche, e soprattutto di nuovi spazi di libertà. L'esperienza delle radio libere ha rappresentato un percorso alternativo per chi, magari, era stato tentato da strade più perigliose, dalla droga alla lotta armata.
L’Etere, secondo gli antichi, è la parte più alta, pura e luminosa, dello spazio oltre il limite dell'atmosfera. Aristotele distinse l'Etere dall'aria ponendolo come quinto elemento, diverso dagli altri, eterno, immutabile, incorruttibile. Etere cosmico, ipotetica sostanza estremamente rarefatta, uniforme e imponderabile, presente in ogni parte dell'universo, attraverso il quale, si propagano le onde elettromagnetiche. Nel libro si parla della prima esperienza di radio libera. Fu realizzata nella nostra Sicilia da Danilo Dolci, che nel 1968 dopo il terremoto del Belice, creò proprio una radio libera che trasmise solo per poche ore, in quanto fu immediatamente sequestrata, ma quelle poche ore furono sufficienti a tracciare un solco fondamentale per l'inizio delle radio. Questa esperienza vissuta in un periodo storico difficile caratterizzato non solo dai problemi del terremoto, ma da situazioni che di per sé non favorivano la libertà di espressione e comunicazione, ha rappresentato nella nostra storia un punto di riferimento per la volontà e la voglia di cambiamento. Com'è stata significativa ed allo stesso tempo tragica, l'esperienza di Peppino Impastato che con Radio Aut, con le sue accuse e denunce contro la mafia, finì morto ammazzato. Perché la realtà, quella che conta, qui in Sicilia non cambia molto facilmente, ma necessitano esperienze di libertà di pensiero e parole, come quelle che escono dalle poche radio libere ancora presenti nel territorio.
Continua Lunghi nel suo libro “Via Etere” Radio libera, idea di libertà; passata l'epoca dello spontaneismo, alcune radio si sono consolidate, altre, tante, sono scomparse, e con loro, forse, una parte del vento di libertà che avevano rappresentato.
Per quanto riguarda la politica, l'esperienza delle radio libere non è stata capita e valorizzata fino in fondo. Una piccola radio può essere il luogo giusto per confronti veri e soprattutto può essere una sede dalla quale rendere conto al proprio territorio di elezione del lavoro in corso. Ma questo non avviene.
Da un punto di vista prettamente commerciale, la radio ha rappresentato un nuovo e fondamentale canale pubblicitario, accessibile a tutti, a piccoli commercianti, a negozianti, a piccoli artigiani, che proprio grazie alla radio locale, sono riusciti ad avere un serio posizionamento sul mercato, e quindi a creare e sviluppare la propria azienda.
Gli anni 80 sono stati caratterizzati da una maggiore presa di coscienza che ha portato ad uno sviluppo più professionale della radio. Purtroppo o per fortuna la radio iniziava a diventare “seria”, sempre che questo sia il termine appropriato. Chi avrebbe mai immaginato che il settore avrebbe visto tanti e tali sviluppi e cambiamenti!
La radio, comunque, avendo lasciato ovviamente l'aspetto pionieristico degli inizi, ha subito fondamentali trasformazioni tecniche culturali e sociali per adeguarsi al naturale cambiamento della cultura italiana e del mercato, pur avendo in un primo periodo pilotato questi cambiamenti, rappresenta sempre un fondamentale strumento per fare informazione, per capire le trasformazioni della società, un termometro per misurare l'aria che si respira nel paese.
La radio è stata anche per questo uno strumento, forse per qualcuno un pericoloso strumento difficilmente controllabile dall'alto, per informare e stimolare ad aprire i cervelli, un mezzo che oltre ad informare aveva ed ha una potente forza persuasiva, creando tendenze musicali, di costume e d'opinione. La radio ma più specificatamente il gran numero di radio, soprattutto le piccole radio sparse per la penisola, non potevano essere gestite e controllate da pochi eletti, quindi incontrollabili e pericolose all'interno di una democrazia non del tutto matura. Poche emittenti a carattere nazionale offrono ai potenti maggiori vantaggi in termini di controllo. Tra le novità di questi ultimi anni, è proprio l'ingresso nel settore dei grandi gruppi editoriali, che controllano la maggioranza delle emittenti nazionali. Questo, da un lato ha portato e porterà ad una maggiore competizione tra i grandi, ma per le piccole radio, alla faccia del pluralismo, saranno dolori.
Alle poche radio libere rimaste è toccato, e tocca tuttora, un compito gravoso: quello di rappresentare un antidoto allo schiacciante ed omologante monopolio mediatico di Rai, Mediaset e di altri gruppi editoriali a carattere nazionale. Quando la maggior parte delle risorse del settore audiovisivo sono in larga misura concentrate nelle mani di due soli contendenti è la libertà a rimetterci.
Parlare oggi di radio può sembrare scontato e probabilmente poco interessante, un argomento forse non adatto ai tempi in un periodo come questo di forte sviluppo tecnologico e multimediatico, improntato sul forte sviluppo dei nuovi media.
La radio del futuro non usa l'etere, ma il mezzo che sta sconvolgendo la storia: Internet. Su Internet non è ancora obbligatorio sottostare a nessuna particolare legge restrittiva per poter trasmettere, quindi le radio libere che stanno nascendo on line in questi nuovo secolo, sono davvero libere veramente.
La storia ritorna sempre, quei quattro amici di Radio Empoli, o, quei quattro amici di Radio Studio Centro, tanto per citarne un’altra, che hanno dato vita e sono stati i precursori e protagonisti di una fase storica e di un fondamentale cambiamento per la comunicazione, l'informazione, la cultura, il modo di fare politica, per l'idea stessa di libertà in Italia, forse non ci sono più, o perlomeno forse non ci sono più i presupposti e lo spirito dei diciott'anni, ma, come ritiene Lunghi, questo testimone può passare ad altri giovani che proprio grazie alle possibilità che le nuove tecnologie offrono, possano essere stimolati, per dar vita ad un altro cambiamento epocale nella storia di questo Paese.
E’ importante che le nuove generazioni - non che la nostra non sia più in grado, ci mancherebbe - si impegnino per questo, la cultura e tutto ciò che informa fa porre problemi e stimola per trovare soluzioni, è un potente, forse il più potente strumento per il mantenimento e il consolidamento di un sistema democratico, basato proprio sulla libertà dell'individuo che per essere libero veramente ha necessità di comunicare, essere informato, esprimere le proprie opinioni, poter valutare e decidere.
L'articolo 21 della Costituzione del nostro Paese è uno splendido esempio di libertà: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…” Noi delle radio abbiamo creduto e creato molto nella libertà, questo di certo rimarrà nella storia d'Italia, e siccome è stato fatto, qualcuno può farlo di nuovo!
Di Paolo Lunghi “Via Etere” Radio libera, idea di libertà. Edito da Ibiskos Ulivieri - Il Frangipane un libro sicuramente da leggere!
Grazie per l’ascolto e al prossimo appuntamento con I libri di “Domenica Cultura”. Settimanale di informazione e approfondimento su temi culturali, d’attualità, politica, costume, società e musica, per saperne sempre di più… e meglio! Un’esclusiva di Radio Studio Centro – Consorzio Radiofonico Siciliano. (Recensione a cura di Salvatore Rallo)
Partendo da una tra le centinaia di piccole radio libere che sono sorte su e giù per l'Italia negli anni settanta, Paolo Lunghi traccia la storia non solo di un'emittente, Radio Empoli, ma di una piccola rivoluzione culturale. Così inizia la sua prefazione al libro l’On. Tana De Zulueta. Quella delle radio libere fu un sommovimento sociale di cui gli stessi protagonisti non erano del tutto coscienti. Erano partiti, come narra il libro, per divertirsi, per trovare nuovi modi di comunicare, e hanno cambiato il mondo!
L'esperienza diretta di Paolo Lunghi era dunque il modo migliore per raccontare... dei conduttori che erano assolutamente privi di esperienza, ma qualche idea, come scrive lo stesso Autore, ce l'avevano. Della nascita di nuovi modi di fare politica, di nuove esperienze giornalistiche, e soprattutto di nuovi spazi di libertà. L'esperienza delle radio libere ha rappresentato un percorso alternativo per chi, magari, era stato tentato da strade più perigliose, dalla droga alla lotta armata.
L’Etere, secondo gli antichi, è la parte più alta, pura e luminosa, dello spazio oltre il limite dell'atmosfera. Aristotele distinse l'Etere dall'aria ponendolo come quinto elemento, diverso dagli altri, eterno, immutabile, incorruttibile. Etere cosmico, ipotetica sostanza estremamente rarefatta, uniforme e imponderabile, presente in ogni parte dell'universo, attraverso il quale, si propagano le onde elettromagnetiche. Nel libro si parla della prima esperienza di radio libera. Fu realizzata nella nostra Sicilia da Danilo Dolci, che nel 1968 dopo il terremoto del Belice, creò proprio una radio libera che trasmise solo per poche ore, in quanto fu immediatamente sequestrata, ma quelle poche ore furono sufficienti a tracciare un solco fondamentale per l'inizio delle radio. Questa esperienza vissuta in un periodo storico difficile caratterizzato non solo dai problemi del terremoto, ma da situazioni che di per sé non favorivano la libertà di espressione e comunicazione, ha rappresentato nella nostra storia un punto di riferimento per la volontà e la voglia di cambiamento. Com'è stata significativa ed allo stesso tempo tragica, l'esperienza di Peppino Impastato che con Radio Aut, con le sue accuse e denunce contro la mafia, finì morto ammazzato. Perché la realtà, quella che conta, qui in Sicilia non cambia molto facilmente, ma necessitano esperienze di libertà di pensiero e parole, come quelle che escono dalle poche radio libere ancora presenti nel territorio.
Continua Lunghi nel suo libro “Via Etere” Radio libera, idea di libertà; passata l'epoca dello spontaneismo, alcune radio si sono consolidate, altre, tante, sono scomparse, e con loro, forse, una parte del vento di libertà che avevano rappresentato.
Per quanto riguarda la politica, l'esperienza delle radio libere non è stata capita e valorizzata fino in fondo. Una piccola radio può essere il luogo giusto per confronti veri e soprattutto può essere una sede dalla quale rendere conto al proprio territorio di elezione del lavoro in corso. Ma questo non avviene.
Da un punto di vista prettamente commerciale, la radio ha rappresentato un nuovo e fondamentale canale pubblicitario, accessibile a tutti, a piccoli commercianti, a negozianti, a piccoli artigiani, che proprio grazie alla radio locale, sono riusciti ad avere un serio posizionamento sul mercato, e quindi a creare e sviluppare la propria azienda.
Gli anni 80 sono stati caratterizzati da una maggiore presa di coscienza che ha portato ad uno sviluppo più professionale della radio. Purtroppo o per fortuna la radio iniziava a diventare “seria”, sempre che questo sia il termine appropriato. Chi avrebbe mai immaginato che il settore avrebbe visto tanti e tali sviluppi e cambiamenti!
La radio, comunque, avendo lasciato ovviamente l'aspetto pionieristico degli inizi, ha subito fondamentali trasformazioni tecniche culturali e sociali per adeguarsi al naturale cambiamento della cultura italiana e del mercato, pur avendo in un primo periodo pilotato questi cambiamenti, rappresenta sempre un fondamentale strumento per fare informazione, per capire le trasformazioni della società, un termometro per misurare l'aria che si respira nel paese.
La radio è stata anche per questo uno strumento, forse per qualcuno un pericoloso strumento difficilmente controllabile dall'alto, per informare e stimolare ad aprire i cervelli, un mezzo che oltre ad informare aveva ed ha una potente forza persuasiva, creando tendenze musicali, di costume e d'opinione. La radio ma più specificatamente il gran numero di radio, soprattutto le piccole radio sparse per la penisola, non potevano essere gestite e controllate da pochi eletti, quindi incontrollabili e pericolose all'interno di una democrazia non del tutto matura. Poche emittenti a carattere nazionale offrono ai potenti maggiori vantaggi in termini di controllo. Tra le novità di questi ultimi anni, è proprio l'ingresso nel settore dei grandi gruppi editoriali, che controllano la maggioranza delle emittenti nazionali. Questo, da un lato ha portato e porterà ad una maggiore competizione tra i grandi, ma per le piccole radio, alla faccia del pluralismo, saranno dolori.
Alle poche radio libere rimaste è toccato, e tocca tuttora, un compito gravoso: quello di rappresentare un antidoto allo schiacciante ed omologante monopolio mediatico di Rai, Mediaset e di altri gruppi editoriali a carattere nazionale. Quando la maggior parte delle risorse del settore audiovisivo sono in larga misura concentrate nelle mani di due soli contendenti è la libertà a rimetterci.
Parlare oggi di radio può sembrare scontato e probabilmente poco interessante, un argomento forse non adatto ai tempi in un periodo come questo di forte sviluppo tecnologico e multimediatico, improntato sul forte sviluppo dei nuovi media.
La radio del futuro non usa l'etere, ma il mezzo che sta sconvolgendo la storia: Internet. Su Internet non è ancora obbligatorio sottostare a nessuna particolare legge restrittiva per poter trasmettere, quindi le radio libere che stanno nascendo on line in questi nuovo secolo, sono davvero libere veramente.
La storia ritorna sempre, quei quattro amici di Radio Empoli, o, quei quattro amici di Radio Studio Centro, tanto per citarne un’altra, che hanno dato vita e sono stati i precursori e protagonisti di una fase storica e di un fondamentale cambiamento per la comunicazione, l'informazione, la cultura, il modo di fare politica, per l'idea stessa di libertà in Italia, forse non ci sono più, o perlomeno forse non ci sono più i presupposti e lo spirito dei diciott'anni, ma, come ritiene Lunghi, questo testimone può passare ad altri giovani che proprio grazie alle possibilità che le nuove tecnologie offrono, possano essere stimolati, per dar vita ad un altro cambiamento epocale nella storia di questo Paese.
E’ importante che le nuove generazioni - non che la nostra non sia più in grado, ci mancherebbe - si impegnino per questo, la cultura e tutto ciò che informa fa porre problemi e stimola per trovare soluzioni, è un potente, forse il più potente strumento per il mantenimento e il consolidamento di un sistema democratico, basato proprio sulla libertà dell'individuo che per essere libero veramente ha necessità di comunicare, essere informato, esprimere le proprie opinioni, poter valutare e decidere.
L'articolo 21 della Costituzione del nostro Paese è uno splendido esempio di libertà: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…” Noi delle radio abbiamo creduto e creato molto nella libertà, questo di certo rimarrà nella storia d'Italia, e siccome è stato fatto, qualcuno può farlo di nuovo!
Di Paolo Lunghi “Via Etere” Radio libera, idea di libertà. Edito da Ibiskos Ulivieri - Il Frangipane un libro sicuramente da leggere!
Grazie per l’ascolto e al prossimo appuntamento con I libri di “Domenica Cultura”. Settimanale di informazione e approfondimento su temi culturali, d’attualità, politica, costume, società e musica, per saperne sempre di più… e meglio! Un’esclusiva di Radio Studio Centro – Consorzio Radiofonico Siciliano. (Recensione a cura di Salvatore Rallo)
Per dare voce a chi non c’è l’ha, per saperne sempre di più e meglio contattateci. Daremo voce a chi non c’è l’ha e cercheremo di approfondire i temi che ci proponete sempre di più e meglio!
M. A. Rubino