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venerdì 31 ottobre 2008

Ricordi che affiorano, nostalgia per i tempi che furono…

Il mondo al tempo delle prime radio e TV libere, a metà degli anni '70, era paragonabile alla conquista del west. L'etere era il west da conquistare e molti di noi erano i pionieri di questa conquista. Per i giovani di oggi è molto difficile riuscire ad immaginare quello che è successo in quegli anni, quel fenomeno rivoluzionario che cambiò la nostra vita. Chi ha meno di trenta anni, è nato e cresciuto con la radio e la televisione commerciale, con la televisione a colori, con mille canali di ogni genere, ascoltabili e vedibili con decine di mezzi diversi. Sembrerebbe che tutto fosse sempre esistito, ma facendo un passo indietro e ritornando al 1974, in Italia vi era una sola radio e una sola televisione, la RAI. Bisognerà aspettare il 1976 per iniziare a parlare del fenomeno delle “radio libere” e di quanti lo hanno reso possibile.
Raggiunta la nostra età è spontaneo ricordare la giovinezza, i ricordi affiorano e la nostalgia per i tempi che furono, fa da padrona. Vogliamo iniziare a parlare di quelle persone, che con la loro passione, la loro dedizione, la loro preparazione; perdendo ore, giornate, distruggendo le loro auto per arrivare in cima alle montagne per trasmettere quei segnali tanto auspicati dalla società di quel tempo e ai quali oggi ci siamo quasi assuefatti, hanno permesso che la sfida di quegli anni si trasformasse in realtà. Noi parleremo solo di quelle persone che hanno gravitato e gravitano ancora oggi attorno alla nostra Radio Studio Centro – Consorzio Radiofonico Siciliano, ma parlando di loro, della loro esperienza, potremo ampliare il discorso e parlare di tutti quei pionieri dell’etere che hanno cambiato il volto della nostra Italia, affermando un diritto sancito dalla costituzione, ovvero la libertà di espressione delle proprie idee con qualunque mezzo disponibile.
Iniziamo a parlare del compianto Salvatore Muratore, tecnico di alta frequenza, scomparso alcuni anni fa in un incidente avvenuto in una stazione ripetitrice di Monte Pellegrino a Palermo, di cui nessuno oggi parla, ma che a nostro parere dovrebbe essere sempre ricordato. Iniziò la sua attività a Marineo, un centro che dista 25 km da Palermo, che ha sempre avuto un ruolo rilevante nel settore radiofonico, dove, nel 1976, nacque la prima emittente radiofonica provinciale siciliana; molti di noi in quegli anni iniziarono con lui l’esperienza radiofonica come speaker.
Nel 1980 nacque la nostra radio, Radio Studio Centro, trasmetteva come emittente zonale sulla frequenza dei 90,00 Mhz, con un trasmettitore che avevamo autocostruito e una antenna sul tetto della nostra sede che ci permetteva di raggiungere la zona compresa tra Marineo e Misilmeri. Come si incrocia la storia di Totò Muratore con quella di Radio Studio Centro è facile da spiegare. Nel 1982 per problemi di ordine tecnico abbiamo richiesto una sua consulenza e lui senza problemi iniziò ad occuparsi dell’alta frequenza della nostra emittente. Era così tanto l’amore per quella professione e la consapevolezza di poter dare un contributo con la sua arte, che non badò al fatto che eravamo coloro i quali eravamo fuoriusciti dalla sua radio per farne un’altra, anzi prese a cuore questa nuova creatura che nel frattempo cresceva.
Nel 1985, con un nuovo assetto societario, Radio Studio Centro – Consorzio Radiofonico Siciliano intendeva estendere la propria zona di copertura a sud - est della provincia di Palermo e in zone della stessa città. Occupandosi di alta frequenza, cioè della produzione e della installazione di apparecchiature per la trasmissione dei segnali in FM, ci affidammo a Totò per la realizzazione del ripetitore. Totò Muratore era un nostro compaesano, lo conoscevamo sin dai nostri esordi radiofonici, ci ha visto crescere prima come speaker e poi come proprietari della nuova radio. Era preparato e molto professionale in questo lavoro, caratteristiche impensabili in quei tempi dove andava di moda il fai da te. Ci propose di sdoppiare la frequenza, lasciando il primo segnale sui 90,00 Mhz in trasmissione da Marineo centro e di accendere una nuova frequenza sui 102,500 Mhz in montagna, in contrada Costa Zita. Le apparecchiature che ci consigliò di installare erano all’avanguardia. Mentre quasi tutte le radio avevano un collegamento in Banda e cioè sulla frequenza 88-108 Mhz oppure, nel migliore dei casi, in fuori banda tra 52 e 68 Mhz, noi installammo un ponte professionale CBM a 1 Ghz sulle frequenze che oggi sono usate dai telefonini, sugli 800-900 Mhz. Il risultato fu stupefacente, ci ascoltavamo ovunque, abbiamo ricevuto delle relazioni di ascolto, che ancora oggi conserviamo gelosamente, dalla Campania, dall’Emilia Romagna e perfino dalla lontanissima Svezia. A contribuire al nostro successo fu anche un processore audio, uno storico Hiletron che lo stesso Totò ci fece acquistare perché, in anticipo sui tempi, come ci disse allora, una radio che si ascolta bene, con un segnale corposo, è più seguita e quindi vincente.
Ma la storia stava arrivando al triste epilogo. Era il 1987, a causa di un guasto al trasmettitore sui 90,00 Mhz pensammo che era giunto il tempo di fare un grande passo, cioè di allargare ancora il nostro bacino d’utenza verso la Città, sfruttando proprio quella storica frequenza. Era un venerdì di fine marzo, portammo l’apparecchiatura da Totò per ripararla e per porre le basi al nostro progetto. Ci saremmo rivisti, per avere il trasmettitore riparato e per pianificare quel tanto auspicato ampliamento della zona di copertura il mercoledì successivo, il primo di aprile, cioè dopo l’impegno che aveva preso con l’emittente Punto Radio che doveva trasmettere il suo segnale in Città. Chiedemmo a Totò, perché sapevamo pieno di lavoro in quanto l’eco della sua professionalità era nota in tutta la Sicilia e anche fuori, di non farci lo scherzo del pesce di aprile di non ripararci il trasmettitore. Lui era anche uomo di scherzo e si raccontavano parecchi aneddoti che lo riguardavano; tra tutti, quello della giornata in pieno inverno, con la neve in montagna, che venne scelta per installare delle antenne. Sul traliccio alto 25 metri, ci salì con la sigaretta in bocca e gli occhiali da sole, le antenne sulle spalle, dicendo alle persone che si trovavano con lui, preoccupate che quella non era la giornata ideale per lavorare in montagna, che proprio quella era la giornata ideale per quel tipo di lavoro.
Ma arriviamo a lunedì 30 marzo 1987, alle ore 20 ricevemmo una telefonata che ci annunciava la triste notizia… Totò Muratore era morto! La vita, a volte gioca brutti scherzi. A 32 anni morire folgorato a Monte Pellegrino, per una banale disattenzione, mentre esegui il tuo tanto amato lavoro di radiotecnico è una beffa alla vita. Chissà quante cose avrebbe potuto ancora fare Totò negli anni a venire, sia nella sua vita, sia nel settore radiofonico, sia per la nostra Radio. Il primo di aprile, quel pesce d’aprile Totò c’è lo fece, l’appuntamento con noi lo mantenne ma con lui siamo stati al suo funerale. Una nota, ovvero un sordo e cupo segnale si levò in quel momento da tutte le radio libere per dare l’ultimo saluto a chi aveva dato la sua vita per quell’amore incommensurabile chiamato Radio.
Salvo Rallo