La Scienza per tutti - 1916 |
Tra le mille curiosità che
riguardano la radio, una è legata alla celeberrima Torre Eiffel, oggi monumento
identificativo di Parigi e di tutta la Francia …
Curiosando tra i nostri archivi abbiamo
trovato un estratto di una pubblicazione del giugno 1916 dal titolo “La Scienza per tutti” (n. 11 – pag. 170) che parla di come la “radio”
avesse salvato la famosa Torre dalla demolizione prevista dopo la conclusione
dell’Esposizione Universale tenutasi a Parigi nel 1889.
Di seguito riportiamo per intero
l’articolo a firma di P. Bessone del 1916 che spiega, anche con l’utilizzo di
una primordiale terminologia scientifica sulle telecomunicazioni, come sono
andati veramente i fatti che hanno coinvolto la Torre Eiffel e la radio!
La Scienza per tutti n. 11 giugno 1916 - pag. 170 |
<< La stazione di T.F.S. della Torre Eiffel da poco tempo è
compresa fra le più potenti del mondo. Tale risultato è stato però lungo ad
ottenersi. L’iniziativa della prima installazione al Campo di Marte è dovuta al
sig. Eiffel che, nel 1903, mise a disposizione del cap. Ferrié una stazione
d’esperienze. Intanto Marconi riusciva ad inviare dei segnali da una sponda
all’altra dell’Atlantico.
La stazione Eiffel era composta di un’antenna costituita da un’antenna
costituita da un filo unico, prima attaccato al secondo piano della torre e poi
portato al terzo. Le prime esperienze ebbero luogo tra Palaiseau e
Villeneuve-Saint-Georges. Nel 1905 si cominciò a comunicare con Belfort, ove
venne costruito un posto dal capitano Brenot. Queste prove avevano per scopo lo
studio dell’influenza che la massa d’acciaio poteva esercitare sulle onde.
Gli ufficiali francesi riconobbero che l’influenza esercitata dalla
torre era poco dannosa per le onde; bastò allontanare l’antenna il più
possibile dalla costruzione ed operare con grandi lunghezze d’onda per ottenere
risultati ottimi.
A datare da questo momento, il cap. Ferrié ravvisò la possibilità di
dotare la Francia
della più potente stazione di telegrafia senza fili mondiale, grazie alla torre
Eiffel che la Città
di Parigi aveva deciso di demolire. Si può dire che la radiotelegrafia l’ha
salvata dalla distruzione.
A poco a poco gli ufficiali aumentarono la superficie dell’antenna,
modificarono il sistema di eccitazione ed infine utilizzarono la corrente
elettrica del settore della riva sinistra, più potente di quello del loro primo
gruppo elettrogeno. Le onde di questa stazione vennero portate rapidamente a 2.400 Km .
La stazione si presentava sotto l’aspetto esteriore di un piccolo
accampamento. Essa si componeva di cinque baracche di legno, così distribuite:
una per la trasmissione, una per la ricezione; due servivano di ufficio
all’ufficiale di guardia e di ricovero agli operai; nell’altra venne allogato
il materiale di riserva. Con l’antenna di quattro fili attaccati alla sommità
della torre, questo posto ha reso grandi servigi durante la campagna del
Marocco, poiché ha permesso al Ministero della Guerra di tenersi in costante
relazione con le navi da guerra stazionanti sulla costa africana.
Dall’unito schema si vede che la corrente alternata del settore
prodotta a 3000 volts, ma abbassata a 220 volts per mezzo di una macchina
installata nel pilastro sud della torre, arriva per una linea aerea al
manipolatore che la dirige in un trasformatore, il cui circuito secondario è
rilegato ai limiti di un condensatore appartenente al circuito oscillante. La
tensione della carica raggiunge 50.000 volts. Il risonatore è un grosso tubo
serpentino di sei spire. Una sola di tali spire facente parte del circuito
oscillante costituisce il primario di questa specie di bobina trasformatrice;
essa è unita all’oscillatore posto tra esso e il condensatore. Le cinque spire
superiori formano il circuito secondario.
L’oscillatore è composto di due cilindri di zinco rotanti l’uno di
fronte all’altro, e ad una certa distanza. La presa di terra è rappresentata da
un insieme di lastre di zinco a superficie totale di 150 metri quadrati ,
piantate a 50 cm .
nel suolo.
Questa stazione, come già dissi, ha potuto fare un servizio regolare
con le navi da guerra stazionanti sulla costa del Marocco. Le onde
raggiungevano la stazione germanica di Nauen (presso Berlino), quella di
Poldhu, di Saintes-Maries-de-la-Mer e di Biserta. Essa riceveva telegrammi
dalla stazione di Glace-Bay da Marconi installata sulla punta est della Nuova
Scozia.
Risultò allora palese che la Torre
Eiffel era capace di mettere a disposizione dell’armata e
della marina una stazione ideale di T.S.F. e si provvide alle spese necessarie
per l’acquisto del materiale. Non v’era più da esitare. Però il Campo di Marte
appartenendo alla Città di Parigi, occorsero lunghe e delicate pratiche, perché
il progetto di creazione d’un giardino pubblico, elaborato dalla municipalità,
portava la scomparsa della torre. Di più, in nome dell’estetica, il consiglio
municipale temeva la presenza di una costruzione importante in mezzo al nuovo
parco. Infine, il rumore delle scariche elettriche incomodava gli abitanti dei
dintorni.
Il progetto preparato dal genio militare per conformarsi ai desideri
del consiglio municipale, comportava la costruzione d’una stazione sotterranea
circondata da pareti sufficientemente imbottite per estinguere completamente il
rumore delle scintille; l’antenna sarebbe stata costituita da sei fili di
cinque millimetri di diametro per potere passare inosservata. Detto progetto
venne accettato dalla città di Parigi, e nella primavera del 1908 cominciarono
i primi lavori di sterro. La installazione generale, terminata alla fine dello
stesso anno, era pronta a ricevere gli apparecchi quando un’inondazione invase
i sotterranei, cagionando guasti che necessitarono considerevoli riparazioni.
Molti mesi di ritardo ne furono la conseguenza e fu solo dopo il mese di agosto
del 1909 che la nuova stazione poté entrare in esercizio.
Il passante non avvertito troverebbe difficilmente la traccia di una
stazione di T.F.S. nel Campo di Marte trasformato in parco. Gli attacchi della
sartìe fermanti i fili dell’antenna ed una piccola inferriata che chiude
l’entrata della stazione appaiono appena. L’antenna si riunisce in un unico
conduttore in mezzo al cortile centrale (fig. 2) circondato dai locali adibiti
all’installazione degli apparecchi ed alle cabine per gli ufficiali.
L’areazione è assicurata per mezzo di ampie finestre aprentisi nel
cortile centrale e da ventilatori elettrici; il riscaldamento è a termosifoni,
l’illuminazione è elettrica o, occorrendo, a gas.
A questa installazione sotterranea si accede per una scala dissimulata
in un boschetto e chiusa da una inferriata. Gli apparecchi pesanti sono stati
calati con l’aiuto di una gru, e trasportati al loro posto su vagonetti
Decauville. Mentre nella precedente stazione l’energia elettrica utilizzata
raggiungeva appena i 10 cavalli, quella della stazione attuale è di 100
cavalli.
La corrente è sempre fornita dal settore della riva sinistra.
L’antenna come ho detto di 6 fili di 5 mm . di diametro, si estende
per quasi tutta la lunghezza del Campo di Marte.
Infine, le lastre di zinco sotterrate nel terreno umido di detto Campo
coprono una superficie di 600 mq.
Quanto agli apparecchi, sono rimasti ciò che erano, più potenti è vero,
ma il dispositivo generale della trasmissione e della ricezione non ha subito
alcuna variazione.
Tale è la stazione, unica al mondo, se si considera la portata normale (50.000 Km .), realizzabile
con un’energia elettrica di appena 100 HP.
Ecco come la torre di 300
metri , costruita allorché nessuno certo pensava alla
T.S.F., è divenuta l’antenna ideale per permettere alla Francia di coprire con
le sue onde, durante il giorno, l’Oceano Atlantico fino all’equatore, tutta
l’Europa, la metà dell’Africa, una parte dell’Asia e fino alle regioni boreali.
Durante la notte, si può dire che le onde coprono una superficie da 12 a 15.000 Km . di raggio.
P. Bessone
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