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giovedì 15 agosto 2013

Per fortuna che esiste ancora la banda in Modulazione di Frequenza!


E’ una notizia di poco tempo fa che di certo non fa bene leggere, le due multinazionali Apple e Samsung stanno togliendo dai loro telefonini l'unica cosa gratuita che si poteva avere: la radio FM! Sembra una cosa da niente ma questi colossi industriali e i gestori delle reti mobili stanno rivoluzionando le nostre abitudini, stanno cominciando a decidere su tutto quello che ci riguarda e cosa più importante ci stanno svuotando i portafogli. Oggi per avere la radio, un servizio nato free e rimasto gratuito per tanto tempo, sui telefonini ma anche sui PC con il collegamento ad Internet, lo dobbiamo pagare. Per fortuna che ancora esiste la banda in modulazione di frequenza che è di buona qualità, è disponibile dappertutto e soprattutto è fruibile gratuitamente da tutti con un semplice ricevitore di pochi Euro, alla faccia delle App!!!
Pubblichiamo un articolo apparso su “Radiopassioni” che meglio spiega la questione: “Radio FM e telefonini Samsung, fine della storia? E su Android spunta una radio app alternativa” di Andrea Lawendel.
«Dopo il caso del chip con la funzione radio FM disabilitata negli Apple iPhone anche il concorrente Samsung sembra aver raggiunto la stessa conclusione: la ricezione radio sugli Smartphone è diventata obsoleta. A quanto leggo in giro - e tra i recensori i toni sono sorprendentemente polemici - non c'è più la possibilità di ascoltare la radio in FM sui nuovi Samsung Galaxy S4. La casa coreana sostiene di aver analizzato i comportamenti dei suoi utenti, che tendono ormai a preferire l'ascolto delle stazioni radio in streaming. La cosa li ha convinti a rinunciare a questa funzione negli S4, mentre a quanto pare anche la versione LTE dei Galaxy S3 ha evidenziato la stessa mancanza. Il trend è abbastanza chiaro: gli operatori di reti mobili non hanno nessun interesse di vedere un contenuto free come la radio FM che arriva "over the top", senza transitare dai soliti canali tariffari, all'orecchio dei loro abbonati paganti.
Sul mercato però ci sono ancora molti modelli di Smartphone Android che il chip radiofonico continuano invece a montarlo, per la gioia di chi non vuole rinunciare all'idea di poter ascoltare musica e notizie via etere, senza dover pagare alcun pedaggio. Per i possessori di dispositivi Android che hanno ancora il dono della radio, ho scoperto una App - ufficialmente disponibile su Google Play - che può essere usata al posto della tradizionale Radio App del sistema per Smartphone. Se quest'ultima è un po' limitata, Spirit FM è invece estremamente completa e per questo motivo non è gratuita. Sviluppata da Mike Reid, Spirit ha un paio d'anni di vita e l'ultima versione "Unlocked" viene espressamente consigliata solo a chi sa come procedere con operazioni come "root" e di aggiornamento delle ROM. Se proprio non ci si vuole sobbarcare tutta la trafila, la App - che costa 7.99 euro - dovrebbe funzionare anche con dispositivi Android non modificati, ma bisogna provarla.
Perché uno non dovrebbe accontentarsi di una radio app standard? Perché Spirit FM ovviamente fa molte più cose, inclusa la decodifica di informazioni RDS come il codice PI. I più interessati al lato della programmazione possono andarsi a leggere sul sito XDA Developers le note che riguardano il software di Reid…
…Per una Samsung che rinuncia all'FM, c'è una Sprint - l'operatore americano - che ancora scommette sul connubio radio-telefonino e punta, in partnership con una azienda chiamata Emmis Communications (che insieme a Intel aveva presentato un sistema analogo in occasione del CES 2012) a una piattaforma che consentirebbe di estendere la ricezione del segnale radiofonico attraverso una serie di informazioni, servizi musicali in streaming e banner pubblicitari mirati diffusi attraverso le infrastrutture 3G/4G. Per la verità agli annunci fatti in occasione dell'ultima edizione del salone CES di Las Vegas, a gennaio, non sono ancora seguiti i dettagli sulla disponibilità del servizio, chiamato NextRadio… Tutto però dipenderebbe dagli accordi tra operatori, costruttori e inserzionisti. La sensazione a questo punto è che NextRadio non lo vedremo mai, ma trovo apprezzabile il fatto che certi discorsi di ibridizzazione si facciano perché la radiofonia via etere, analogica o digitale che sia, ha ancora la sua importanza

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